Santuario Diocesiano San Paolino

Santuario

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Descrizione

Il Santuario diocesano San Paolino è collocato in cima al Monte San Paolino, balcone della Sicilia, alto 823 metri s.l.m. da cui si scorgono 22 comuni e le cime delle Madonie e dell'Etna. Al Santuario si accede attraverso una caratteristca via scavata nella roccia, con ampi gradini. Lungo il cammino si incontrano le stazione della Via Crucis, la prigione detta di Filippo D'Angiò, la campanella tradizionalmente suonata dai pellegrini e il luogo dove, nel 57 d.C., fu eretta per la prima volta una croce, in ricordo della adesione dei suteresi alla fede cristiana ad opera della evangelizzazione dei SS. Onofrio ed Archileone. Accanto alla chiesa è il convento che un tempo ospitava i Padri Filippini, oggi eremo Sant'Onofrio. Entrambi si affacciano su un grande spiazzale che conduce, a destra, ad una pineta; nello spazio sottostante vi è una sala convegni. Più in alto, la cella campanaria con il campanone, i cui rintocchi risuonano per tutto il Vallone.

Il Santuario, che fu edificato ad una delle estremità dell'ampio pianoro sulla cima della rocca, è dedicato a San Paolino Vescovo. E' un edificio a tre navate, dalle linee semplici. Fu fatto costruire intorno al 1370 dall'allora Barone di Sutera Giovanni III di Chiaramonte, la cui famiglia ebbe in Sicilia, tra l'undicesimo e il quindicesimo secolo, vasti feudi e determinante peso politico (alla stessa famiglia appartenne Manfredi III di Chiaramonte al quale si deve la costruzione del Castello di Mussomeli e del sontuoso Palazzo Steri a Palermo).

Secondo la tradizione, il Santuario fu in parte realizzato con materiali provenienti da un antico fortilizio, molto probabilmente di origine bizantina di cui, ancora oggi, esistono i ruderi che, però, non sono visibili poiché solo con un'accurata campagna di scavi potrebbero essere riportati alla luce e collocati storicamente.

Il Santuario, unitamente agli attigui locali, è stato oggetto di una importante opera di ristrutturazione resa possibile grazie ad un finanziamento della UE di più di due miliardi delle vecchie lire. Il restauro era urgente e necessario perché l'intero complesso architettonico versava in pessime condizioni statiche e di conservazione. La maggior parte degli interventi di ristrutturazione e manutenzione, infatti, risalivano alla prima metà del secolo scorso e in alcuni casi si sono rivelati addirittura dannosi come quando mani inesperte hanno distrutto decorazioni in oro e pitture sulle pareti di epoca lontana.

La recente ristrutturazione ha permesso di riportare alla luce alcune antiche sepolture: al centro la tomba del chierico Giacomo Principato, membro dell'omonima nobile famiglia suterese, sormontata da una lapide di pietra che porta, scolpita in bassorilievo, l'immagine del religioso e la data della sua morte: 26 gennaio 1620.

Sulla sinistra, la sepoltura di un altro religioso, un certo Corradinus Albertus; sulla tomba è riportata una scritta in latino la cui traduzione è: Corradino Alberto giace qui - pregate per lui.

Sulla destra si può ammirare un piccolo campione dell'antico pavimento in maiolica dipinta che fa da sigillo ad un'ossaia comune: come testimoniano, infatti, alcuni libri parrocchiali della fine del 1500, i corpi di numerosi prigionieri deceduti nelle prigioni che si trovavano nella parte inferiore del monte, venivano seppelliti in questa ossaia comune.

Infine, sul lato opposto dell'edificio, in fondo a destra, c'è un'altra sepoltura

All’interno del Santuario sono custoditi all'interno di un protetto stipo ligneo del 1903, scolpita opera di ebanisteria a decori simbolici rinserrata alla destra del presbiterio, due urne-reliquario opere d'arte mirabili, espressioni fra le più cospicue dell'antica oreficeria siciliana: l’Urna di S.Paolino e l’Urna di Sant’Onofrio.

L’Urna di San Paolino custodisce le reliquie di S. Paolino, S.Archileone, S. Damiano e S. Pietro martire.

Si tratta di una cassa in legno, rivestita da una lamina d’argento decorata da fregi, alcuni anche dorati, lavorata a sbalzo e bulino. Il coperchio a schiena d’asino è ornato da tante piccole teste di cherubino dorate. Nella parte centrale tutt’intorno all’urna, si vedono si vedono in rilievo 24 figure, raffiguranti S. Paolino, S. Onofrio, la Vergine con il bambino, Gesù con gli Apostoli ed altri Santi. Nella base, infine, la cassa reca la data 1948 in numeri romani. L’autore di questa pregevole opera di oreficeria è sconosciuto; si pensa che possa trattarsi di un’artista siciliano del tratto orientale dell’isola dove il senso classico, di cui l’opera è intrisa, non venne mai a mancare. L’urna fu fatta costruire nel 1948 dalla nobile famiglia Pujades, di origine spa-gnola, di cui porta inciso lo stemma: un mezzo giglio orlato d’oro e campeggiato di stelle. Prima della costruzione dell’urna, le sacre reliquie erano custodite in un cassonetto di stagno di Fiandra, ricoperto all’ esterno da una cassa di noce finemente lavorata. La traslazione delle reliquie nella nuova urna avvenne il martedì dopo Pasqua dell’anno 1498 e da allora la festa di S. Paolino si celebra sempre il martedì dopo Pasqua di ogni anno, con una solenne processione che da santuario arriva in paese sino alla chiesa di S. Agata. L’urna insieme a quella di S. Onofrio e alla statua di S. Paolino, viene portata a spalla. Il corteo è accompagnato dalle Confraternite e dalla banda musicale. Le urne rimangono nella chiesa di S. Agata fino alla domenica successiva e nel pomeriggio vengono riportate sul monte.

L’Urna di Sant’Onofrio custodisce le reliquie del Santo Anacoreta. Si tratta di una cassa di legno rivestita da una lamina d’argento sbalzata e cesellata, lavorata a grosse volute e fregi fogliacei. E’ sormontata da una statuetta di S. Onofrio in ginocchio e subito sotto, vi sono 4 angeli che sostengono ciascuno uno stemma della città di Sutera. Sotto ancora, vi sono altri 4 angeli e tutt’intorno all’urna sono scolpiti 6 quadri che narrano gli episodi più importanti della vita del santo. Nel fregio sottostante è inciso l’anno della costruzione 1649. L’urna fu fatta costruire a Palermo per iniziativa dell’Amministrazione comunale e fu eseguita dall’artista Francesco Rivelo, uno degli scultori che lavorò alla costruzione dell’urna di S. Rosalia. Vi sono poi altri simboli della passione di Cristo ed, in alto, un grande stemma della città di Sutera. Oltre alle urne abbiamo anche tre quadri: un quadro in tela raffiguranti i santi medici Cosma e Damiano che si inginocchiano davanti alla vergine ed al bambino. E’ un opera pregevole dovuta a Filippo Tancredi che lavorò in Sicilia nel 1700 e fu allievo del celebre pittore Carlo Marotta, pittore molto rinomato del diciottesimo secolo. Questa tela è interessante anche per le sue vicissitudini, perché in un ‘occasione hanno tentato di rubarla e in un’altra è stata seriamente danneggiata. Un altro quadro in tela di S. Benedetto e S. Scolastica proveniente dal monastero di S. Benedetto che oggi non esiste più. Non si conosce l’autore. La terza tela è un quadro dei SS. Compatroni , S. Paolino, S. Onofrio e S. Archileone che fu collocato nel santuario nel 1634 proprio quando i tre santi furono dichiarati compatroni di Sutera. L’autore è Serenario.

Nel Santuario ci sono tre statue: la Statua di S. Onofrio è fatta di un legno chiamato “cirmo alpino” ed è stata realizzata nel 1979 da un artigiano di Ortisei che si è basato sulla fotografia di un vecchio quadro del santo esistente nella chiesa di S. Agata. La Statua di S. Paolino è in legno ed è stata realizzata nel 1937. La Statua del SS. Crocifisso, è in cartapesta ed è del 1923.

Si ammirano, inoltre, lungo le partei 13 tele di Far Domenico di Palermo raffiguranti gli Apostoli e tre tele raffiguranti Sant’Agata, Santa Cecilia e Santa Lucia.

VITA DEL SANTUARIO

Ogni 1° martedì del mese Santa Messa ore 16,00 invernale - ore 19,00 estivo;
Festa di San Paolino: martedì dopo Pasqua e domenica successiva, nel pomeriggio, processione di ritorno al Santuario;
12 giugno pellegrinaggio e Santa Messa in onore di Sant'Onofrio;
22 giugno pellegrinaggio e Santa Messa in onore di San Paolino;
Festa di Sant'Onofrio: 1° domenica di Agosto;
26 settembre pellegrinaggio e Santa Messa in onore dei SS. Cosma e Damiano
4° venerdì quaresimale, ore 15,30: Via Crucis lungo la salita del monte e Santa Messa al Santuario;
Ritiri periodici per giovani, famiglie e gruppi.

Per l'assistenza spirituale dei pellegrini rivolgersi al Rettore del Santuario don Francesco Miserendino, parrocchia Sant'Agata, tel. 0934/954188

Modalità di accesso

Accesso gratuito.

Dalla sede del Museo Etnoantropologico in piazza Carmine percorrendo la Via Camico si prosegue salendo lungo il sentiero misto di gradini. Dopo aver superato la prima campanella, si continua per arrivare nello spiazzale che offre una vista sul Borgo Rabato e sul panorama.

Indirizzo

Via San Paolino

Ultimo aggiornamento: 15/10/2024, 12:47

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